Anno nuovo, processori nuovi. Ormai da diversi anni è tradizione nel mondo Android presentare i top di gamma delle varie aziende nella prima parte dell’anno, a differenza di Apple che annuncia i nuovi iPhone (e i relativi processori) tra il mese di settembre e ottobre.
Sono tre le principali “famiglie” di processori nel mondo Android che costituiscono il motore dei top di gamma delle varie aziende: gli “Snapdragon” di casa Qualcomm; la famiglia “Exynos”, prodotta da Samsung Electronics; i “Dimensity” realizzati da Mediatek.
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Le tre “famiglie” di processori
Ciascuna “famiglia” ha i suoi pregi e difetti, e soprattutto si è ritagliata una sua nicchia nel mondo Android: gli Exynos, salvo eccezioni, sono presenti soprattutto negli smartphone Samsung. E per questo 2022, il top di gamma è il nuovo Exynos 2200, presentato proprio in questi giorni.
Gli Snapdragon sono i processori più diffusi in ambito Android, praticamente tutte le aziende montano un processore Qualcomm; la stessa Samsung vende versioni differenti dei suoi top di gamma con gli ultimi Snapdragon. E l’azienda americana, per questo 2022 ha scelto come processore di punta lo Snapdragon 8 Gen 1.
Infine, Mediatek è un’azienda che ha risalito la china negli ultimi anni: infatti ha sempre avuta la nomea di produttore di processori mediocri e utilizzati solo per prodotti ultra-economici e di qualità scadente. Ma da qualche anno a questa parte l’azienda si è riscattata ed è cresciuta notevolmente (potete leggere la nostra recensione di Motorola Edge 20 Lite, un prodotto che dimostra la bontà dei processori Mediatek)
Ed è proprio il nuovo Dimensity 9000 a promettere faville e un ulteriore riscatto per Mediatek in questo 2022.
E dunque, vediamo nel dettaglio le specifiche e le caratteristiche di questi tre processori che saranno sui top di gamma Android del 2022.
Qualcomm Snapdragon 8 Gen 1
Come accennato, il nuovo Qualcomm Snapdragon 8 Gen 1 è il processore che vedremo sulla maggior parte dei top di gamma Android per questo 2022; sul mercato ci sono già device con l’ultimo Snapdragon, come per esempio Motorola Edge X30 e OnePlus 10 Pro (che però deve ancora arrivare in Italia).
Presentato lo scorso novembre, Snapdragon 8 Gen 1 è caratterizzato da un processo produttivo a 4nm realizzato da Samsung. La CPU è un’octa-core costituito da tre tipologie di core differenti “customizzati” dalla stessa Qualcomm, tutti basati tra l’altro sull’architettura ARMv9a
- 1 Kryo Prime (basato su ARM Cortex X2), che si spinge fino a una frequenza di 3 GHz, ed è il “core” principale di Snapdragon 8 Gen 1, quello ad alte prestazioni;
- 3 Kryo Gold (ARM Cortex A710), che arriva fino a 2.5 GHz;
- 4 Kryo Silver (ARM Cortex A510), che viaggiano fino a 1.8 GHz di frequenza. Questi sono i core che sostanzialmente consumano meno e che viaggiano costantemente, garantendo il miglior rapporto prestazioni/consumo energetico possibile.
La GPU di questo Snapdragon 8 Gen 1 è la nuova Adreno 730, che si spinge fino a 800 MHz e garantisce fino al 30% di prestazioni in più rispetto all’Adreno 660, la GPU di Snapdragon 888 (il SoC dei top di gamma Android dello scorso anno).
Completano il quadro il modem Snapdragon X65 per le connessioni 5G, che arrivano fino alla velocità in download di 10 Gbs, mentre la gestione del Wi-Fi e il Bluetooth sono affidate al chip Qualcomm FastConnect 6900, che supporto le connessioni Wi-Fi 6 e 6e, oltre al Bluetooth 5.2.
I primi benchmark di questo Snapdragon 8 Gen 1 sostanzialmente confermano la potenza dell’ultimo processore Qualcomm, e il salto maggiore rispetto allo scorso anno c’è stato con la GPU Adreno 730, le cui performance si avvicinano alle prestazioni grafiche di Apple A15, il processore degli iPhone 13. Però, c’è un “ma”.
A quanto pare, Snapdragon 8 Gen 1 soffre di diversi problemi di throttling e in generale non ha un buon rapporto prestazioni/consumo energetico, come è emerso dai primi test condotti, per esempio, dal noto canale YouTube Golden Reviewer.
Sono 2 le possibili cause di questi problemi di calore: il primo è il processo produttivo a 4 nm Samsung, che anche l’anno scorso con Snapdragon 888 si è dimostrato meno efficiente nei consumi energetici rispetto a quello delle fonderie TSMC (che ha realizzato per Qualcomm diversi processori negli scorsi anni, come Snapdragon 865).
La seconda sarebbe proprio nella GPU Adreno 730 che spinge troppo le frequenze e va quasi subito in throttling: questo succede per esempio nelle sessioni di gaming con un gioco particolarmente esoso di risosi come Genshin Impact.
Vedremo come potrebbe essere risolto questo problema: una soluzione, infelice, per i produttori sarebbe il “downlock” di questo Snapdragon 8 Gen 1; un po’ come era successo nell’infausto 2015, quando lo Snapdragn 810 costrinse vari produttori, come OnePlus, a “domare” il processore tagliando le prestazioni.
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Samsung Exynos 2200
L’ultimo arrivato tra i processori top di gamma di quest’anno è il nuovo Samsung Exynos 2200, presentato dall’azienda sudcoreana pochi giorni fa. In teoria, questo processore dovremo vederlo sui prossimi top di gamma Samsung Galaxy S22, che dovrebbero essere annunciati nel prossimo mese. Ma non è ben chiaro se arriverà anche in Italia oppure no. Questo perché da diversi anni, Samsung vende i suoi top di gamma della serie “Galaxy S” con processori diversi a seconda dei mercati (solitamente in Italia abbiamo sempre la variante con Exynos).
La novità principale di questo Exynos 2200 è la GPU realizzata insieme ad AMD, basata sulla tecnologia RDNA 2: la nuova Samsung Xclipse 920, ed è la prima volta per un processore mobile.
L’architettura di questo Exynos 2200 è molto simile allo Snapdragon 8 Gen 1: anche il processore Samsung è basato su un processo produttivo a 4 nm e ha otto core. E anche questi sono gli stessi del SoC Qualcomm: 1 Cortex-X2 ad alte prestazioni; 3 Cortex-A710 e infine i 4 Cortex-A510.
Al momento non ci sono ancora test “ufficiali” per questo Exynos 2200, visto che non è ancora arrivato sul mercato. Vedremo come si comporterà rispetto a Snapdragon 8 Gen 1, soprattutto nelle prestazioni nel gaming, vista la collaborazione tra Samsung e AMD.
MediaTek Dimensity 9000
Il terzo processore top di gamma di questo 2022 è un po’ un outsider in questo trio: il nuovo Mediatek Dimensity 9000 sulla carta promette un rapporto prestazioni/consumi decisamente migliore rispetto a Snapdragon 8 Gen 1. A far “ben sperare” è proprio il processo produttivo: è sempre a 4 nm, come Exynos 2200 e il Qualcomm, ma è realizzato proprio da TSMC.
Anche per quanto riguarda le specifiche di questo processore Mediatek si ripete parte del “copione” visto nel SoC Samsung e Snapdragon: parliamo sempre di un processore octa-core, con le tre tipologie di ARM Cortex visti negli altri due SoC (un Cortex-X2, tre Cortex-A710 e quattro Cortex-A510).
La GPU di questo Dimensity 9000 è l’ARM Mali-G710 MC10, che supporta schermi fino alla risoluzione FullHD+ e 180Hz nella frequenza di aggiornamento dello schermo.
Per quanto riguarda la connettività, il modem 5G è integrato nel processore e supporta velocità di download fino a 7 GBs; presente il supporto alla tecnologia Bluetooth 5.3 e alle reti Wi-Fi 6E 2×2. Come dichiarato da Mediatek, sono diversi i produttori che nel corso del 2022 presenteranno smartphone dotati del nuovo Dimensity 9000: Oppo, con il prossimo top di gamma della serie Find X, Redmi, e anche Vivo.
Conclusione: tanta potenza, ma i consumi?
A questo punto, dovremo attendere la disponibilità di smartphone Android con questi tre processori per capire quale sarà il “migliore“, soprattutto per quanto riguarda i consumi e l’autonomia, visto che come potenza abbiamo superato un determinato limite: il software da anni non è ai livelli dell’hardware.
Infatti, a parte casi particolari come Genshin Impact o Fortnite, mancano nel mondo mobile dei programmi capaci di sfruttare appieno le potenzialità degli attuali processori.
Alcuni produttori come Samsung con il suo “Dex” hanno sviluppato una modalità desktop per i propri smartphone: ma anche in quei casi, rimangono tutti i limiti dei software del mondo mobile.
Per questo il nostro discorso si concentra proprio sull’autonomia. Vista la potenza raggiunta, l’unico margine di miglioramento rimasto sono i consumi, dove sono stati fatti sì notevoli progressi negli ultimi anni (da una media a 3/4h di schermo nei top di gamma, siamo passati a quasi 6h di schermo), ma non abbastanza: si può fare di più.